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Inbound Marketing vs Outbound Marketing: quale approccio scegliere?

Per anni l’Outbound Marketing è stato il pilastro di tutte le attività di comunicazione dei brand. Ancora oggi, le sue logiche di vendita vengono viste da molti come valevoli e necessarie, ma se c’è una cosa che si può dire con certezza ad oggi è che per le caratteristiche di mercato attuali la metodologia di Inbound Marketing risulta essere non solo un’evoluzione dell’Outbound ma anche la più vincente. Ma partiamo dall’inizio.

COSA DIFFERENZIA L’INBOUND DALL’OUTBOUND MARKETING?

L’Inbound Marketing è una strategia che pone al centro il cliente ed il contenuto. La creazione di contenuti di qualità che mirino ad attrarre il proprio target verso il prodotto ed il brand sta alla base dell’approccio, che punta a raggiungere l’audience nel momento e nel posto giusto.

L’Outbound Marketing o tradizionale è il marketing figlio di una società che iniziava per la prima volta ad introdursi nel mondo della comunicazione e della pubblicità commerciale. Questo approccio ha sempre messo al centro il brand e i rispettivi prodotti con un tipo di comunicazione one-to-many e sempre monodirezionale.

La letteratura ci insegna che l’Outbound Marketing è anche definito come un marketing di interruzione di tipo push. Perché? La risposta è immediata: come suggerisce il termine – tale approccio mira a spingere tutte le attività di promozione verso l’interlocutore interrompendolo e senza chiedere il permesso. Di questa tipologia di attività di comunicazione possiamo individuare: la pubblicità in tv, le mail spam, le attività di telemarketing, i pop-up ecc.

La logica dell’Inbound Marketing ha rovesciato le logiche di questo approccio proponendo una strategia di tipo pull e contemporaneamente di permission marketing. Innanzitutto, prevede l’utilizzo di mezzi per il quale il proprio target ha dato permesso di invio comunicazioni e risponde alle domande e alle esigenze che il proprio pubblico si sta facendo o addirittura anticipandole.

IL FUNNEL DELL’INBOUND MARKETING

Il percorso di conversione che mira ad attrarre i visitatori verso il proprio sito, il proprio brand o il proprio prodotto e trasformarli successivamente in clienti fidelizzati viene graficamente rappresentato come un imbuto in quanto, via via, gli utenti diminuiscono.

Il percorso d’acquisto, seguendo questa logica, è definibile tramite quattro fasi: attrarre, convertire, vendere, fidelizzare. La prima fase è caratterizzata da strumenti capaci di attirare il target verso il brand e la fanbase. Come? A differenza dell’Outbound Marketing, tramite contenuti studiati e creati per intercettare le domande e offrire le corrette risposte. In tal modo non sarà l’azienda a ricercare il target, ma il target a ricercare l’azienda rovesciando le logiche.

A seguire, le fasi di conversione, vendita e fidelizzazione portano via via l’utente a trasformarsi da un generico contatto ad una vera e propria lead, ossia un potenziale cliente ed infine ad un effettivo cliente. Ma non finisce qui, lo scopo dell’Inbound Marketing è definire un rapporto continuativo con la propria clientela e non fermarsi alla mera vendita. Per questo si parla di lead nurturing, ovvero di azioni necessarie a nutrire la propria clientela al fine di fidelizzare e alimentare il rapporto con i clienti esistenti.

OUTBOUND VS INBOUND MARKETING: I VANTAGGI DELL’INBOUND E QUANDO SCEGLIERE ANCORA L’OUTBOUND

La caratteristica non interruttiva dell’Inbound Marketing si sposa con la comunicazione del mondo attuale. In un’epoca in cui le informazioni sono a portata di mano, ricercabili ovunque e in qualsiasi momento, non dev’essere più il brand ad interrompere le persone, ma deve farsi trovare al momento giusto e nei canali giusti dagli utenti. Catturare l’attenzione del nostro pubblico con metodi non invasivi e in ottica diversa dalla mera pubblicità è il punto di partenza ormai fondamentale in un mondo sempre più digitale e tecnologicamente avanzato.

Questo tipo di marketing funziona essenzialmente perché non vuole convincere i clienti, quanto piuttosto intercettare i loro bisogni e offrire risposte.

Tra i vantaggi principali dell’Inbound Marketing infatti troviamo:

  • Attrazione di una maggior quantità di pubblico di qualità
  • Maggior riconversione del visitatore
  • Potenziamento dell’immagine del brand
  • Continua interazione con il cliente
  • Incremento del ROI

E L’APPROCCIO OUTBOUND? È COMPLETAMENTE SUPERATO?

La strategia push per definizione possiede ancora dei pro, in particolar modo all’interno di business multicanali. Far partire una comunicazione lato brand per colpire il cliente permette ancora di ampliare l’audience e aumentare la notorietà. Di fatto, quindi, all’interno di un business di questo tipo, portare consapevolezza del marchio in un target vasto permette di raggiungere ancora degli obiettivi.

Per concludere ogni brand deve necessariamente scegliere gli approcci in base al proprio business e ai propri obiettivi. Utilizzarlo in ottica integrata combinandolo con la strategia di Inbound Marketing potrebbe rivelarsi un buon compromesso al fine del raggiungimento dei risultati.

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