Oltre l’immagine: come targetizzare il viaggiatore ideale con la pubblicità social

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C’è un momento, molto preciso, in cui nasce un viaggio. Non è quando si prenota un volo, né quando si chiude la valigia. È quell’istante in cui un contenuto cattura lo sguardo: l’acqua cristallina di una spiaggia mai vista prima, una camera d’hotel dalla vista spettacolare, un video di un’esperienza che “ti chiama”.

È in quel momento che scatta l’impulso: “E se partissi anche io?”
E spesso questo accade mentre si scorre distrattamente sui social.

Non è magia. È strategia.
È il risultato di una campagna pubblicitaria disegnata per colpire proprio quella persona, con quell’immagine, in quel momento.

Nel turismo, la vera sfida oggi non è mostrare la bellezza di una destinazione. È mostrarla alle persone giuste, prima ancora che abbiano deciso dove andare. Ed è qui che la targettizzazione avanzata diventa il cuore di qualsiasi campagna social davvero efficace.

Quando l’ispirazione guida il viaggio

I dati più recenti hanno rivoluzionato la nostra idea del comportamento dei viaggiatori. Oggi, il 60% delle persone inizia a pianificare un viaggio senza avere in mente una destinazione precisa (fonte: Expedia Group). Questo significa che la maggior parte delle scelte nasce durante una fase di “curiosità aperta”, un momento sospeso in cui tutto è possibile.

È un arco temporale che può durare anche 33 giorni: un periodo in cui il viaggiatore non cerca una meta… ma ispirazione. Ed è proprio in questo lasso di tempo che avviene il vero gioco della comunicazione.
Due terzi dei viaggiatori dichiarano di essere stati influenzati da un annuncio comparso proprio in questa fase, quando ancora non avevano deciso niente, ma erano pronti ad ascoltare.

I social diventano, così, un luogo privilegiato. Il 65% delle persone che stanno valutando cosa prenotare li usa per trovare idee, raccogliere suggestioni, scoprire esperienze autentiche. Lì non cercano informazioni tecniche: cercano emozioni. E si fidano di più di un video o di una foto che di qualunque guida turistica.

Per questo, le destinazioni e le strutture ricettive più lungimiranti hanno già spostato l’attenzione: non aspettano che qualcuno cerchi loro, ma cercano loro qualcuno che potrebbe innamorarsene.

💡 Parli ai viaggiatori nel momento in cui scatta l’ispirazione? Chi lo fa per primo conquista la loro attenzione.

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Perché i social sono il terreno ideale per chi promuove il turismo

Il turismo è un settore in cui l’immaginazione conta quasi quanto la realtà. Da anni ormai i social non si limitano a raccontare un viaggio: lo anticipano, lo costruiscono, lo fanno nascere.

In un mondo dove l’attenzione è scarsa e la concorrenza feroce, non è più sufficiente affidarsi alla visibilità organica.

Oggi serve una presenza attiva, consapevole, strutturata.
Una presenza in cui ogni contenuto è parte di una strategia più ampia, capace di raggiungere non “gli utenti”, ma le persone con la giusta predisposizione a scegliere ciò che offri.

La pubblicità sui social permette proprio questo: intercettare gli utenti in base ai loro interessi, al loro comportamento, ai loro desideri inespressi. Non si tratta più di mostrare un’immagine a più persone possibile, ma di mostrare quell’immagine a chi può davvero esserne attratto.

Ed è qui che entra in gioco la targettizzazione.

Quando la segmentazione fa la differenza

Pensare che il pubblico del turismo sia “chiunque voglia viaggiare” è un errore che limita le performance di qualsiasi campagna. Esistono viaggiatori romantici, famiglie numerose, escursionisti, food lover, amanti dell’arte, giovani in cerca di divertimento, professionisti in fuga dalla routine.

Ognuno guarda le destinazioni con occhi diversi.

È proprio per questo che le piattaforme social mettono a disposizione strumenti così raffinati. La segmentazione avanzata permette di definire pubblici basati su interessi molto specifici, abitudini online, intenzioni di viaggio, eventi di vita particolari. E consente anche di distinguere tra chi non ti conosce ancora, chi ha già visto qualcosa su di te e chi è a un passo dalla prenotazione.

Il pubblico freddo comprende persone che non hanno mai interagito con il brand e che stanno ancora cercando pura ispirazione. Qui non si vende: si conquista l’attenzione con immagini emozionali e video suggestivi, capaci di far immaginare un’esperienza e stimolare quel primo clic.

Il pubblico intermedio ha già mostrato interesse: ha visitato il sito, interagito con i contenuti, valutato alcune opzioni. In questa fase funzionano messaggi più informativi e rassicuranti, come recensioni, dettagli dei servizi o brevi approfondimenti. Il retargeting permette di proporre offerte coerenti con ciò che l’utente ha già visualizzato, rafforzando la fiducia.

Il pubblico caldo, infine, è quello davvero vicino alla prenotazione. Ha già cliccato, salvato, esplorato. Questo segmento va coinvolto in modo diretto e concreto, con incentivi chiari e call to action immediate — dalle offerte limitate ai pacchetti esclusivi — per trasformare l’interesse in una decisione.

Ogni gruppo richiede un messaggio diverso, una creatività adatta, un tono preciso.

Una targettizzazione ben fatta evita di mescolare pubblici eterogenei nello stesso gruppo di inserzioni. Una struttura ordinata permette di capire cosa funziona, per chi funziona e, soprattutto, perché funziona.

La forza del geotargeting: parlare la lingua del viaggiatore

C’è un altro aspetto da non sottovalutare: la provenienza geografica.
Un viaggiatore che vive a due ore di distanza dalla tua destinazione ha abitudini e motivazioni completamente diverse rispetto a chi deve prendere un aereo. Allo stesso tempo, un turista tedesco e uno italiano non possono essere trattati con lo stesso approccio: hanno tempi di prenotazione diversi, aspettative diverse, linguaggi diversi.

Grazie al geotargeting, è possibile creare messaggi che risuonano perfettamente con il contesto culturale e logistico del pubblico a cui ci si rivolge. Si possono personalizzare le immagini, il tono di voce, perfino le call-to-action, in base alla lingua e alle preferenze dei diversi mercati.

Un contenuto pensato per il pubblico italiano può puntare maggiormente sull’emozione, sulle immagini evocative e su riferimenti culturali familiari. Per un viaggiatore straniero, invece, questo approccio rischia di perdere efficacia: chi arriva dall’estero spesso cerca maggiore chiarezza, informazioni essenziali e messaggi immediatamente comprensibili. Per questo un video emozionale con musica italiana può funzionare molto bene sul mercato nazionale, mentre per il Nord Europa risulta più adatto un contenuto internazionale, con sottotitoli in inglese, una narrazione più lineare e un taglio orientato alla concretezza.

Sono dettagli? No.
Sono esattamente queste differenze a determinare l’efficacia di una campagna.

Creatività su misura: oltre la semplice immagine

Una grande creatività può diventare inutile se non è coerente con il pubblico.

Nel settore del turismo, infatti, la creatività non è solo forma: è sostanza. È ciò che genera il primo impatto, quell’emozione iniziale capace di catturare l’attenzione in mezzo a centinaia di contenuti che scorrono veloci. Prima ancora della logica, arriva sempre l’istinto. Un’immagine forte, un video coinvolgente o un carosello ben costruito possono trasformare uno scroll distratto in un pensiero, e quel pensiero—se nutrito nel tempo con i messaggi giusti—può diventare una prenotazione concreta.

Ma l’emozione visiva, da sola, non basta. Deve essere inserita in una strategia che tenga conto del contesto e soprattutto del momento in cui l’utente la incontra.

Un video mozzafiato è perfetto per chi scopre il brand per la prima volta.
Un contenuto più informativo può fare la differenza per chi ha già visitato il tuo sito e vuole valutare meglio l’offerta.
Un messaggio diretto o un’offerta chiara può convincere chi è già pronto a prenotare.

Ogni persona vive una fase diversa del suo “viaggio nel viaggio”, e ogni fase richiede un linguaggio creativo su misura.

🎯 Stai davvero parlando al pubblico giusto con il messaggio giusto? Una strategia social efficace non colpisce “tutti”, ma chi può davvero scegliere te.

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Guida il viaggiatore verso la scelta con una strategia integrata

Nel turismo, essere presenti sui social non basta: serve accompagnare il viaggiatore lungo tutto il suo percorso, dall’ispirazione iniziale alla prenotazione. Le campagne diventano davvero efficaci quando fanno parte di una strategia coordinata, che comprende un sito ottimizzato, un booking engine performante, contenuti di inbound marketing e processi di marketing automation capaci di nutrire l’interesse fino alla decisione finale.

In MM ONE non ci limitiamo a presidiare i canali: li facciamo dialogare. Progettiamo percorsi digitali che non solo intercettano la domanda latente, ma la trasformano in decisione consapevole e misurabile. Se la tua strategia non converte, il problema non è (solo) il messaggio, ma l’architettura che lo sostiene.

Nel travel, ogni clic è una micro-decisione. E ogni decisione può essere guidata. Con un approccio integrato, orientato ai KPI e alimentato dai dati, possiamo trasformare l’ispirazione in prenotazioni, la presenza online in performance.

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